L'essenza 
del teatro

Biografia


FORMAZIONE

Angelo Savelli, regista, autore e abile adattatore, appassionato di pastiches teatrali e letterari, amante del teatro popolare e del teatro musicale dall’avanspettacolo al melodramma (numerose le sue regie liriche e rimarchevole la sua pluriennale collaborazione con i compositori Nicola Piovani e Jean Pierre Neel), nasce nel 1951 a Stia in Casentino, in provincia di Arezzo, da padre istriano e madre calabrese, gestori del bar del paese. Frequenta il Liceo Classico ad Arezzo e tra i suoi compagni di classe ci sono Federico Tiezzi e Sandro Lombardi. Frequenta poi la Facoltà di Filosofia dell'Università di Firenze; allievo di Eugenio Garin, Cesare Vasoli, Ludovico Zorzi, Siro Ferrone e Sara Mamone, si laurerà in età matura con una tesi in Storia dello Spettacolo su “Scienza e Teatro”.
Dal 1971 vive ed opera stabilmente a Firenze. Dopo alcuni anni di lavoro come operatore culturale ad Arezzo e Firenze, nel 1974 entra a far parte della cooperativa "Il Granteatro"; di Carlo Cecchi, partecipando con varie mansioni alla realizzazione di "Woyzeck" di Buchner, "A' morte dinto o' lietto" e Don Felice" di Petito e "La cimice" di Majakowskij. Grazie all’esperienza nel “Granteatro”, si appassiona al teatro e alla cultura napoletana. Inizia così una serie di studi a sfondo folklorico ed antropologico sulle tradizioni popolari sotto l’influsso delle opere di Alessandro D'Ancona, Paolo Toschi, James Frazer, Sigmund Freud, Vladimir Propp, Ernesto De Martino, Diego Carpitella e Roberto De Simone; studi affiancati da una diretta ricerca sul campo, con la partecipazione a numerosissime feste e riti del Meridione d’Italia, documentati con gli amici fotografi Pierpaolo Alberti e Alberto Callari.
Dopo l’esperienza con Cecchi, è poi assistente alla regia di Egisto Marcucci in "23 svenimenti" di Cecov e di Edmonda Aldini in “Il cavaliere dal pestello ardente” di Beaumont e Fletcher.
Intanto, grazie all'amicizia di Marisa Fabbri, può assistere a molte delle prove dei primi spettacoli di Luca Ronconi, artista di cui restrà fedele ammiratore per tutta la vita, considerandolo il maggior regista del '900.
Nel 1976, grazie alla collaborazione con Andres Neumann e Anna Mariani, conosce Peter Schumann, il patriarca della compagnia americana Bread and Puppet, e per circa tre anni collaborerà sia in Italia che negli Stati Uniti ad alcuni dei suoi spettacoli: “La ballata dei 14 giorni di Masaniello”, “Circus parade” e “White horse”. Durante il soggiorno americano, Schumann gli fa conoscere lo Squat Theatre, Richard Foreman, Meredith Monk e il Teatro Kabuki.
GLI ESORDI

Nel 1977 crea il suo primo spettacolo: “La terra del rimorso” ispirato all’omonimo studio di Ernesto De Martino sul fenomeno delle tarantolate pugliesi. Per l’occasione fonda, con il cantante e sopranista pugliese Pino De Vittorio, la compagnia "Pupi e Fresedde" e da questo momento la sua attività s'dentifica quasi completamente con quella della compagnia della quale è stato direttore artistico fino al 2000, quando ne diventa regista stabile. 
Dal 1978 inizia una feconda collaborazione con il pittore Tobia Ercolino che resterà per più di venti anni il suo unico scenografo.
Continuando a perseguire la sua personale poetica di un teatro musicale a sfondo folklorico, nel 1979 realizza, appositamente per il cortile di Palazzo Strozzi, “I balli di Sfessania” e nel 1980, su richiesta di Maurizio Scaparro, produce per la Biennale di Venezia lo spettacolo “Festa in Tempo di Peste”.
Dal 1980 al 1986, con l’iniziale collaborazione di Tommaso Paolucci, dirige il Centro Teatrale di Settignano dove, oltre alle proprie produzioni, ospita giovani artisti esordienti di valore come Annibale Ruccello, Beppe Barra, Santagata e Morganti, Paolo Hendel, Fabio Biondi e Andrea Nanni.

IL SUCCESSO INTERNAZIONALE

Nel 1982, grazie agli auspici di Philippe Tiry (creatore e direttore della prestigiosa istituzione francese O.N.D.A. – Office National de Diffusion Artistique – conosciuto attraverso la mediazione di Velia Papa), uno dei suoi più riusciti spettacoli, "Il convitato di pietra ovvero Don Giovanni e il suo servo Pulcinella” con le musiche di Nicola Piovani (prodotto dal festival Inteatro di Polverigi) viene scelto per effettuare la prima tournèe europea sovvenzionata dalla Commissione Culturale della Comunità Europea, che aprirà alla compagnia una dimensione internazionale. Da questo momento i suoi spettacoli vengono rappresentati nei maggiori teatri e festival di tredici nazioni di quattro continenti, dal Theatre de la Ville di Parigi alla Schauspielhaus di Amburgo, dall’Almeida di Londra alla Kleine Komedie di Amsderdam, dal Theatre 140 di Bruxelles al Sao Luis di Lisbona, dal Grec di Barcellona all’Hebbel di Berlino, dal Bellas Artes di Madrid all’Unione e Benevolenza di Buenos Aires, dal Teatro Municipale di Tunisi al Teatro dell’Opera di Ankara.
Nel 1983, con lo spettacolo su Don Giovanni, vince il primo premio del Festival Internazionale di Teatro di Sitges, in Catalogna, diretto da Ricard Salvat. 
Nel 1984 produce per il Festival d’Avignone, diretto da Bernard Faivre d'Arcier, lo spettacolo “L’amore delle tre Melarance” scritto per l’occasione da Vincenzo Cerami e musicato da Nicola Piovani.
Nel 1986 scrive e produce per il Festival di Madrid il testo bilingue, italiano/spagnolo, “Plauto in farsa”, con le musiche di Patrizio Trampetti della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Nello stesso anno dirige per il Centre Dramatique Ennuyer e il Theatre de la Place di Liegi il testo bilingue italo/francese “I figli di Medea” sullo sradicamento culturale dei discendenti degli emigrati italiani in Belgio.
Nel 1989, in occasione del Bicentenario della Rivoluzione Francese, scrive e produce per il Centre Dramatique de Montpellier, diretto da Jacques Nichet, il testo bilingue, italiano/francese, "Figaro o le disavventure d'un barbiere napoletano", con le musiche di Jean Pierre Neel, realizzato in coproduzione con La Carriera di Arles, compagnia per la quale realizzerà poi due regie in lingua occitana e provenzale: “Il canto della terra sospesa” da Ruzante e “Georges Dandin” di Molière.

IL TEATRO DI RIFREDI

Nel 1986, insieme a Giancarlo Mordini e Francesco De Biasi, assume la gestione del Teatro di Rifredi, uno spazio che, privilegiando un teatro d’autore, giovane, alternativo ed internazionale, diventa in pochi anni una delle sale più vivaci e apprezzate della città di Firenze e che, nel 1993, riceve il Premio Nazionale della Critica Teatrale “per la sua dinamica e originale attività di produzione, promozione ed ospitalità”. 
Contestualmente all’insediamento a Rifredi, avvia, prima a Firenze e poi sul territorio nazionale, un'originale esperienza di Teatro d’Appartamento che ottiene un grande successo nel 1986 con “Sarah la nera” dello stesso Savelli, nel 1990 con “Le tre verità di Cesira” di Manlio Santanelli, nel 1994 con “Mamma” di Annibale Ruccello, nel 1995 con “Amamaz” di Giampiero Pizzol e Angelo Savelli, e nel 2010 con “Pinocchio cha cha cha” ancora di Savelli.
Sono questi gli anni in cui, grazie alla collaborazione di alcuni poliedrici cantanti/attori (quali Gigio Morra, Gennaro e Gianni Cannavacciuolo, Antonella Cioli, Lucianna De falco ed Edy Angelillo) si dedica alla riproposta della grande tradizione italiana del varietà, dell’avanspettacolo e della canzonetta, scrivendo e realizzando frizzanti e fortunati spettacoli tra cui "Cafè champagne", “Core ‘e mamma”, “Il ritorno del turco napoletano” e soprattutto "Carmela e Paolino varietà sopraffino" adattamento italiano del testo dello spagnolo Josè Sanchis Sinisterra che verrà a più riprese rappresentato per nove stagioni.
Dal 1992 si dedica al progetto “Toscanateatro”, un progetto di promozione del teatro toscano di tradizione e contemporaneo che vede tra i suoi esiti di maggiore successo: “Gian Burrasca un monello in casa Stoppani" dello stesso Savelli con gli attori dell’Arca Azzurra , “Gallina Vecchia” di Novelli con Marisa Fabbri e Carlo Monni, “S'io fossi foco” con Carlo Monni e Massimo Grigò, “Grogrè” di e con Marco Zannoni, “Casa nova vita nova” di Vinicio Gioli e Mario De Mayo con Sergio Forconi e la compagnia del Grillo. Sempre all'interno di questo progetto sulla cultura e la lingua toscana ha realizzato una serie di adattamenti teatrali messi poi in scena dal figlio Andrea Bruno Savelli: “Falstaff e gli allegri compari dell'Osteria del Cinghiale” da Shakespeare, “Brunelleschi e la beffa del grasso legniaiuolo” da testi cinquecenteschi e ben tre riduzioni dai romanzi del giallista pisano Marco Malvaldi: “La carta più alta”, “La briscola in cinque” e “Odore di chiuso”.
Dal 1997 al 2001 è anche consulente e direttore artistico del Teatro Manzoni di Pistoia.

LA TURCHIA

Nel 2002 – grazie alla mediazione di Ferzan Ozpetek e della prestigiosa attrice turca Serra Yilmaz - mette in scena (in lingua turca e con un cast stellare) “La famiglia dell’antiquario” di Goldoni per il Teatro Municipale di Istanbul. Negli anni successivi, viene chiamato dal direttore dei Teatri di Stato della Turchia, Lemi Bilgin, al Teatro Nazionale di Ankara per dirigere, sempre in lingua turca, tre suoi spettacoli: “Il canto della terra sospesa”, “Don Giovanni e il suo servo Pulcinella” e “Figaro o le disavventure di un barbiere napoletano”. Contemporaneamente viene incaricato per diversi anni di tenere dei corsi di Commedia dell’Arte presso la Bilkent University di Ankara.
Tutte queste attività hanno goduto del decisivo sostegno degli Istituti Italiani di Cultura e dell'Ambasciata d'Italia in Turchia.
Questo interesse per la storia e la cultura del Medio Oriente e della Turchia, si concretizza in Italia con la produzione prima di “Jerusalem Juliet”, sul conflitto arabo/palestinese, e poi, nel 2004, con quello che forse è il maggiore successo della sua carriera: “L’ultimo harem”, interpretato da Serra Yilmaz e replicato per ben 12 stagioni consecutive. Nel 2015 produce un nuovo spettacolo di grande successo, sempre con Serra Yilmaz, “La bastarda di Istanbul” tratto dal celebre romanzo della scrittrice turca Elif Shafak.

LA DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA

Nonostante che la lunga attività teatrale di Savelli sia caratterizzata soprattutto dalla messa in scena di testi da lui scritti o da lui radicalmente rielaborati oppure di autori molto vicini alla sua estetica “popolare”, negli anni non si è sottratto all’incontro con una drammaturgia contemporanea più dura e complessa. Già nel 1980 aveva messo in scena “Affabulazione” di Pier Paolo Pasolini, seguito nel 1982 da “Lo sconosciuto chiamato Isabella” di Marcello Morante (fratello di Elsa Morante) e “Il calmante” di Samuel Beckett, nel 1987 da “Quartett” di Heiner Muller (rappresentato a Berlino alla presenza entusiasta dell’autore), nel 1991 da “Amato mostro” di Xavier Tomeo e nel 1998 da “Il bacio della donna ragno” di Manuel Puig.
Poi nel 2016 realizza la riduzione scenica (molto apprezzata dall’autore) di due racconti di Eric Emmanuel Schmitt, “L'intrusa” e “E’ una bella giornata di pioggia”. Questa produzione segna l’apice di una proficua collaborazione con un’altra prestigiosa attrice, Lucia Poli, interprete elegante ed intelligente di altri due suoi precedenti spettacoli.
Ed è proprio dal 2016 che questa attenzione per il contemporaneo diventa un vero e proprio progetto pluriennale che assorbe completamente l’attività di Savelli, non solo come regista ma anche come traduttore, grazie alla collaborazione con la casa editrice Cue Press. Vedono così la luce “Alpenstock” e “Tre rotture” del francese Remi De Vos, “Il principio di Archimede” del catalano Josep Maria Mirò, “Tebas land” del franco/uruguaiano Sergio Blanco e “Walking therapie” del trio belga Nicolas Buysse, Fabrice Murgia e Fabio Zenoni; tutti testi inediti per l’Italia, salutati da un considerevole successo di pubblico e di critica. Nel 2019, insieme con la sua compagnia, riceve il Premio Ubu Speciale “per l'intenso lavoro di traduzione, allestimento e promozione della nuova drammaturgia internazionale”.

UN TEATRO DI GIOVANI PER I GIOVANI

Occorre infine ricordare che dal 1987, grazie al radicamento al Teatro di Rifredi, Savelli ha modo di sviluppare specifici ed originali progetti teatrali per le Scuole Medie Superiori, dapprima con “L’arte della commedia”, un viaggio nella commedia italiana (Ruzante, Aretino, Gigli, Pirandello), poi con “Teatro e letteratura” una serie di trascrizioni sceniche di alcuni capolavori della letteratura italiana (“Divina Commedia”, “Decamerone”, “Orlando Furioso”, “Promessi sposi”, “Leopardi/Pavese”, “Gattopardo”), quindi con “I greci nostri contemporanei” (“Iliade”, “Odissea”, “Aristofane”) e infine con “Scienza e Teatro” (“Galileo”, “Dottor Faust”, “La congettura di Goldbach”, “Einstein”, “La matematica in cucina”). Poi nel 1993 inizia ad occuparsi anche di Teatro per i Ragazzi mettendo in scena da prima dei propri testi (“Il giornalino di Gian Burrasca”, “Le novelle della nonna”, “I viaggi di Calandrino”, “Le mille e una Sherazade”, nonché un “Bertoldo in festa” realizzato per la Compagnia dell'Arca di Forlì) poi quelli del figlio Andrea Bruno Savelli (“Il Riciclone”, “Aci Babà e i quaranta pedoni”, “I predatori dell’acqua perduta”).
Tutti questi spettacoli sono stati realizzati utilizzando soprattutto giovani teatranti talentuosi, e sono stati una palestra ed un trampolino di lancio per le future carriere professionali di molti di loro, come, ad esempio, nel caso di Riccardo Rombi, Andrea Bruno Savelli, Giacomo Bogani, Edoardo Zucchetti e anche di Stefano Massini.

OPERE, OPERINE, OPERETTE

L’uso costante della musica come elemento fondante della rappresentazione teatrale fa di Savelli un amante del teatro musicale soprattutto popolare e leggero ma anche di quello colto. Infatti la sua prima regia del 1976 è proprio l'operina "Bastiano e Bastiana" di Mozart realizzata a Firenze per conto dell’Arci Musica.
Nel 1985 mette in scena per la Biennale di Parigi "Orfeo II" di Monteverdi/Berio, lo spettacolo che inaugura, alla presenza di Jack Lang, la "Grande Halle de la Villette", ambiziosa opera voluta da Mitterand.
Nel 1987 per il Teatro Comunale di Firenze dirige l'ensemble vocale "L'homme armée" in "Festoso è il Carnevale", e per il Festival Musica del Novecento di Trento "El retablo de Maso Pedro” di Manuel De Falla, una "Serata Eric Satie" e “La serva padrona” di Pergolesi tutte con la direzione di Maurizio Dini Ciacci.
Nel 1992 mette in scena al Teatro Verdi di Pisa "La Cenerentola" di Rossini con la direzione di Claudio Desderi. 
Nel 1994 mette in scena a Pistoia "Pagliacci" di Leoncavallo. 
Nel 1995 realizza due operette di Franz Lehar, "Il paese del sorriso" e "La danza delle libellule", che vengono rappresentate con la direzione di Gian Paolo Mazzoli prima al Teatro Verdi di Pisa e poi al Teatro Comunale di Firenze. Nel 1999 in occasione di un laboratorio sulla formazione dei cantanti lirici produce a Bibbiena “La bella Galatea” di Franz Suppè. 
Nel 2000 scrive per il musicista Bruno De Franceschi il libretto di un’operina per bambini: “La cantata di Peter Pan”. Nel 2000 in occasione delle celebrazioni del papa/librettista Giulio Rospigliosi mette in scena a Pistoia “L’Erminia sul Giordano” di Michelangelo Rossi con l’Ensemble "Musa Ludens" di Andrea Perugi e nel 2001 in occasione delle celebrazioni verdiane mette in scena sempre a Pistoia “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, con la direzione del maestro Herbert Handt.
Alla fine del 2001 mette in scena per la Provincia di Arezzo “La scala di seta” di Rossini con la direzione di Giovanni Varoli.
Nel 2003 realizza a Clermont Ferrand, per conto del Centre Lyrique d’Auvergne, “Il disperato Innocente” di Francesco Boerio insieme alla Cappella della Pietà dei Turchini di Napoli diretta da Antonio Florio. Tra il 2002 e il 2006, con la direzione di Herbert Handt, realizza varie opere tra Lucca e Pistoia “La clementina” di Boccherini, “Il barbiere di Siviglia” di Rossini, “Il Tabarro/Gianni Schicchi” di Puccini (dove canta un esordiente Juan Francisco Gatell), “Don Giovanni” di Gazzaniga e “La serva padrona” di Pergolesi con Susanna Rigacci.

CINEMA

Per il cinema nel 1982 scrive e dirige per il film "Il Marchese del Grillo" di Mario Monicelli la scena del Teatro d'Alibert.

TELEVISIONE

Per la televisione nel 1992 realizza 24 sketch comico/musicali sulla canzone italiana del Novecento per altrettante puntate del programma di RAI UNO "Partita doppia" di Pippo Baudo.

LABORATORI, SEMINARI E CORSI

Nel corso degli anni tiene alcuni seminari di propedeutica teatrale per i giovani che spesso si concludono con la creazione di specifici spettacoli: così avviene in Abruzzo (“Santi lupi e serpenti” 1979) in Basilicata (“Il delirio di Michele Vozza” 1981, in collaborazione con il poeta Rocco Brindisi) ad Arezzo (“La cortigiana” 1992) e in Sardegna (“La furiosa commedia” 1997) Tiene inoltre numerose conferenze e stage sul teatro popolare italiano e la Commedia dell’Arte, soprattutto all’estero: Parigi, Evry, Alès, Lisbona, Buenos Aires ecc. 
Nel 1998 tiene un laboratorio sulla “macchietta napoletana” a Prato ed uno sul “personaggio teatrale” a Benevento.
Dal 1993 al 2002 tiene regolarmente tutti gli anni un corso d’aggiornamento per gli insegnanti delle scuole medie di Firenze e Pistoia incentrato sui temi della messinscena e della scrittura scenica. 
Dal 2002 al 2007 tiene dei laboratori di “lettura drammatizzata” presso l’Università di Pisa. Come insegnate di “Commedia dell’arte” tiene corsi nel 1999 e nel 2000 all’ERAC “Ecole Regional d’acteur” di Cannes, nel 2007 e 2016 al dipartimento di Teatro dell’Università Bilkent di Ankara, nel 2010 al Teatro di Rifredi di Firenze e nel 2009 e nel 2010 nei Teatri
di Stato Turchi di Erzorum, Konia e Adana.
Dal 2013 al 2016 ha gestito una scuola di recitazione presso la Max Ballet Academy di Firenze. 


William Shakespeare: "Amleto" atto III - scena II

"Lo scopo del teatro, ieri come oggi, è sempre stato ed è ancora quello di porgere uno specchio al mondo, per aiutare ogni epoca a penetrare lo spirito, la forma e l’impronta del proprio tempo, mostrando il volto virtuoso della verità sotto lamaschera viziosa dell’apparenza."
GLI SPETTACOLI

Tutti gli spettacoli messi in scena da Angelo Savelli con i relativi cast artistici, suddivisi in: “Spettacoli di prosa” (102), “Opere in musica”(21), “Letture sceniche”(29), Conferenze/spettacolo”(13), “Cinema”(1), “Televisione”(1) e “Radio”(1).


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